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Mastro Lindo... Ruffiano Protesico - Nuova via in Val Maira

Non so voi, ma io rimpiango l’epopea del vecchio West, oppure il primo ottocento, dove una piazza o un luogo appartato (di solito un parco alle 5 di mattina!), erano i palcoscenici dei duelli che risolvevano attriti insanabili o discussioni inutili. Ora non si può più, ora devi sopportare che le persone possano fare quello che vogliono senza rispondere delle loro azioni.

vista di insieme

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Grand Hotel Piantonetto: scheda della via

Grand Hotel Piantonetto
Punta di Fioni – California Dreamin’
430mt – 6c+ max. – 6b obb. III – R3
Esposizione Sud-Ovest
Alessandro Zuccon
Filippo Ghilardini
Martina Mastria

Scarica: Topo della via

              Topo dell'avvicinamento

Filippo su L2 foto ZucconSituata nel complesso sistema di pareti che abbiamo denominato “California Dreamin’”, la via Grand Hotel Piantonetto è una via “Wild”. Pur essendo situata nell’omonimo e celeberrimo Vallone di Piantonetto, cuore di granito del Gran Paradiso, è posta su di un versante ed una parete dove non sono presenti segni di antropizzazione, tantomeno non vi sono altre vie tracciate in precedenza; anche se qualche curioso ed antico cavetto metallico, lungo l’avvicinamento, lascia pensare che i pastori siano arrivati praticamente all’attacco!
L’arrampicata è varia ma in prevalenza in fessura, tuttavia non mancano qualche placca tecnica e ripidi muri di granito dalla grana enorme, da scalare in punta di dita come se fossimo a Tuolumne Meadows. La roccia è sanissima e con eccezionale grip.
La lunghezza che la caratterizza suggerisce di partire di buon mattino, l’avvicinamento non è lungo, non supera l’ora e mezza, ma è piuttosto selvaggio, fa parte dell’esperienza Wild! I primi tiri sono esposti ad Ovest e sono quindi più freschi ed ombrosi, più si sale e più si sarà baciati dal sole, questo permette di scalare anche nelle mezze stagioni quando non è presente neve lungo l’avvicinamento. Attenzione alle giornate più torride.
Quasi all’attacco, lungo il letto del torrente, a volte è possibile reperire qualche rigagnolo d’acqua, ma a stagione inoltrata non farci troppo affidamento.
Le difficoltà non sono estreme ma non sono neanche da sottovalutare, nei primi tiri in particolare è richiesta buona capacità nel proteggersi, in particolare con micro friend e dadini piccoli. Qualche passo obbligatorio richiede decisione, per il resto si tratta di una bella scalata su difficoltà medie, con tiri molto lunghi e piacevoli.
Buone scalate a tutti, e preserviamo questo versante così selvaggio!

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Grand Hotel Piantonetto: una nuova, lunga ed avventurosa, via WILD

Grand Hotel Piantonetto: una nuova, lunga ed avventurosa, via WILD

Martina in L2 foto ZucconQuante volte, percorrendo le valli del Gran Paradiso, ho rischiato il frontale tentando di scorgere spicchi di roccia dove aprire una via nuova, magari lunga, continua, impegnativa ed ovviamente bellissima! Moltissime.

Purtroppo, come molti sottolineano, i grandi apritori che imperversarono dai ruggenti anni del Nuovo Mattino in poi ci hanno lasciato ben poco.

Apparentemente ogni sasso sembra saturo di itinerari, e per i più giovani non rimane che andare ad impelagarsi in punta alle montagne, con avvicinamenti dalle 3 ore in su, o intestardirsi nell’aprire l’ennesima via a spit a distanze poco onorevoli dalle altre già presenti sulle pareti più famose.

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Noasca Diamond: scheda della via

Noasca Diamond: Bronze, Silver e Gold


Via modulare di 350 metri di sviluppo e 15 tiri ad appena 15-20 minuti dal Piazzale di Noasca con rapida discesa a piedi su sentiero. Spettacolare e da non perdere per chi vuole conoscere lo splendido Gneiss della Valle dell’Orco o per chi ha già scalato le altre classiche. La tipologia è singolare nella bassa valle, per lunghezza, comodità, omogeneità del grado (intorno al 6c) e stili di arrampicata che variano di continuo. Per lo scalatore medio portare casa i 15 tiri di Noasca Diamond equivale ad un bel diploma di scalata su granito.

Scarica il disegno riassuntivo.

Sono possibili diverse combinazioni. La via è idealmente suddivisibile in tre parti:
1) I tiri dall’1 al 4 sono La BRONZE, un piccolo gioiello di placca, scalabile con una corda da 50 metri e 14 rinvii, moschettoni a ghiera e cordini per sosta. Discesa a piedi dal sentiero. Grado max 6c+ obb. 6b anche se quasi tutta azzerabile per chiodatura generosa che permette sempre di osare la libera in tranquillità. Roccia particolarissima tipo Grimsel (Svizzera), liscia e color bronzo, senza le tipiche rugosità dello Gneiss grigio di queste parti. Alcuni passi sono un atto di fede nelle vostre suole, che incredibilmente terranno.
Discesa a piedi 10 min dal sentiero

Claudio Battezzati in spalmo sulla Bronze Foto Gpp (768x1024)

2) I tiri dal 5 all’11 sono La SILVER, tutto il repertorio del granito, divertimento puro, placche, fessure, diedri e muri a tacche. Due corde da 60 metri, cordini, moschettoni liberi, moschettoni a ghiera per soste. 14 rinvii ( di cui 4 o 5 coppie di moschettoni con cordino allungabile, meglio per protezioni mobili). Una serie di friend fino al 4BD doppi il 3,2,1,0,75.
Questa attrezzatura è consigliata per l’arrampicatore medio e per non esagerare con il peso. Poi ognuno deve regolarsi come crede. Grado Max 6c, i tratti a spit sono chiodati ravvicinati, spesso azzerabili. I tratti da proteggere a friend possono essere lunghi, ma di facile posizionamento grazie alla tipica conformazione del granito. Per cui un vero obbligatorio non c’è mai. Occorre saperli dosare con una buona strategia, la percezione di sicurezza è individuale.
Sui tratti a friend occorre avere le corde separate in modo da moschettonare singolarmente le protezioni mobili a ds e sn (non rinviarle con tutte e due le corde!) . Portarsi almeno 4/5 rinvii fatti con moschettoni e cordino allungabile all’occorrenza . Per chi è abituato al Trad son consigli banali, ma per chi è alle prime armi si evita di avere dopo un po’ un Tir attaccato all’imbragatura o friend che lavorano in orizzontale.
Discesa con tre doppie veloci

Andrea Giorda sulla Coffee Crack sulla Silver. Foto Gpp (1024x768)

3) I tiri dal 12 al 15 sono la GOLD, ambiente stupendo, giardini sospesi a picco sui tetti di Noasca. Scalata come sempre varia e divertente, roccia splendida. Materiale come per la Silver essendone la continuazione.
Grado 6c+, 6b obbligatorio, chiodatura generosa come per il resto della via. Fessure da proteggere.
I gradi dei tiri da proteggere saranno considerati dai più esperti un po’ generosi, ma chi non è abituato ha una percezione di difficoltà superiore .
Discesa a piedi per comodissimo sentiero, 35 minuti. Non scendere in doppia, è lungo e complicato, in quanto il tiro 12 è un lungo traverso pressocché in piano e la vegetazione può disturbare.

Claudio Battezzati  sulla Gold, penultimo tiro. Foto Gpp (1024x768)

Ovvio che la Bronze e la Silver possono essere fatte insieme o indipendentemente, in quanto un sentiero attraversa la parete alla fine della Bronze. Un consiglio solo per voi (!), se volete farle insieme, potete portare preventivamente il grosso dell’attrezzatura (Friend) alla base della Silver in pochi minuti di sentiero, così ridiscesi, vi scalate la Bronze scarichi e in piena libertà di movimento. La via è stata attentamente ripulita ma in 350 metri è normale che qualche presa possa richiedere qualche passaggio per diventare ottimale.
Può dire di aver scalato il Noasca Diamond, chi fa tutte e tre le vie di seguito, un bel gioco e una bella scorpacciata di arrampicata Orco Valley style, avendo la conferma di saper scalare su tutti gli stili del granito.

Raccomandati casco e tutti gli accorgimenti di sicurezza per una via di montagna. Seppur con obbligatorio basso, ambiente ameno e ritirata facile, la difficoltà è media e anche se addomesticata dalla chiodatura le difficoltà sono costanti, non per principianti. Occorre scalare con buona tecnica sul 6c per divertirsi.
Specie per chi viene da lontano, una splendida abbinata è il Weekend Orco Valley. Il sabato “Noasca Diamond” e la domenica “A volte ritornano alla Punta Phuc” con pernottamento al romantico Rifugio di Noaschetta (chiavi a Noasca) raggiungibile in breve proseguendo per il sentiero Minetti .
Insieme fanno una scorpacciata di 750 metri di granito perfettamente attrezzato e poco ingaggiato, in un ambiente da sogno, sempre azzerabile o con spit o con friend. Tutto relativamente a bassa quota. Potrebbe essere per stare al gioco il Noasca Platinum?

Periodo: per la felice esposizione a sud , Noasca Diamond può essere scalabile tutto l’anno, anche d’inverno quando non c’è neve e la temperatura è mite. In apertura, a gennaio 2020 era ideale per scalare. In piena estate attaccate molto presto, le placche della Bronze con il caldo possono diventare assai ostiche. Evitare i periodi dopo le piogge, alcuni tratti tendono a restare bagnati. La Silver si asciuga prima delle altre.

BRONZE
L1 Il tiro della sveglia 5c
L2 Uno dei passi più difficili della via, delicatissimo, soluzione da intuire 6c+
L3 The perfect slab, una placca dall’estetica superba e color bronzo 6c
L4 Tiro di uscita della Bronze ancora difficile e bello 6c
Possibile discesa dal sentiero. 10 minuti all’attacco.

SILVER
L5 Tiro divertente con tettino, da integrare 6b
L6 Partenza Trad, bella fessura diagonale e poi placca a piccole tacche, difficile 6c
L7 The Coffee Crack, siamo a metà via, alla pausa caffè, che si presenta come un diedro fessura in puro stile Orco Valley, mai veramente difficile, ma tutto da proteggere a friend. 6b+, grande godimento. Spostatevi ad assicurare il primo alla sosta 7bis.
L8 Offwhidth Crack, non ci facciamo mancare nulla, breve fessura camino laboriosa da impostare. Tipico passaggio su granito con fessure larghe. Tutto Trad tranne partenza, utile il 4 BD ma non indispensabile. 6b+
L9 The Wall muro spettacolare, un tiro da Gran Capucin, da scalare rilassati, tutto a spit tranne un friend volendo in partenza. Lasciate poi i friend al secondo. Una sequenza di tacche e diedrini vi portano al difficile passo per arrivare in catena 6C.
L10 The Crocodile Crack, dovrete mettere le vostre mani nella bocca del coccodrillo per venire a capo di questa lunga e rossiccia fessura orizzontale, in pieno volo sui tetti di Noasca. Un vero gioiello estetico naturale. Il rettile sdraiato aprirà le sue fauci per farvi arrivare in sosta dove termina Follie per Moana, la via di Motto e soci. Lungo tratto Trad con passo che richiede tecnica e decisione, armatevi di nuovo dei friend . 6c. Due spit, alla fine della prima parte della fessura sono stati messi per un eventuale soccorso, essendo un traverso, ma chi ha più tecnica può ignorarli e farla tranquillamente tutta in green point.
L11 Partenza su placca liscia e divertente poi muro aggettante con allunghi e pochi riposi , tutta protetta a spit. Qui, sulla cengia termina la Silver . Potete con tre doppie veloci a piombo e lineari ( non sulla via di salita ) raggiungere il sentiero. 6c

GOLD
L12 Se siete veri uomini, e la sete di avventura non vi abbandona...e neanche la pelle sulle dita, proseguite per l’ultimo stadio, La Gold. Questa prima lunghezza è su cengia, posto bellissimo ma privo di difficoltà per raggiungere con lungo traverso a sinistra, quasi camminando, l’ultima porzione di parete.
L13 The Roof Garden, tiro molto divertente e vario con partenza Trad ed uscita mista a friend e spit su placca luminosa e aperta. Arrivate in un posto incantevole, il giardino sospeso da cui vedrete il Courmaon con lo spigolo Gervasutti , la Levanna e il Col Perduto e tutte le famose pareti della Valle dell’Orco nella gola di Balma Fiorant, il Caporal in grande evidenza. Le baite come disseminate qua e là sull’erba smeraldo. Vale la pena di arrivare quassù, difficile andar via, ci si sente fortunati ad essere al Giardino sospeso, la Valle dell’Orco ha un fascino particolare, che lascia segni indelebili nell’animo e nei ricordi, non è un posto qualsiasi. 6b+
L14 The Finger Crack era l’ultima tipologia di fessura che ci mancava, purtroppo beve ma dall’estetica perfetta, finisce su un tipica placca grigia Orco style, sosta sotto il tetto. Tiro da integrare.6a+
L15 Passo bastardo se non vi siete ancora appesi, occhio al passo bastardo, un tettino scapoiro ( in piemontese che scappa, sfuggente) che potrebbe rovinarvi la festa. Uno spit vi assicura di non finire sulla placca sottostante e rende il passo azzerabile! Un buco che sembra scavato aiuta, in realtà era una presa di quarzo friabile che è stata rimossa dopo essersi rotta. Gli scavi sono contro la nostra religione!

Il Diamante poi si difende ancora con un ultimo muretto, se siete scoppiati non sottovalutatelo. In sosta vista spettacolare sui tetti di Noasca e le montagne circostanti, anche il Monte Castello con la Punta Phuc e il Ciarforon.

Vi siete diplomati maestri del Granito, se vi siete appesi siete in buona compagnia. Rapidissima e piacevole discesa, un traverso in piano alla vostra sin guardando a monte vi porta al sentiero di Pian Rocci.

Poco più di 35 minuti e rivivrete la scalata con la birra in mano e un panino alle acciughe dai tavolini del Bar di Sabrina. Il numero delle birre enfatizzerà l’epica del racconto, i 10 friend che avete usato…potrebbero, in funzione del tasso alcolico ridursi a due, giusto per metter qualcosa!

C’est la vie, au revoir.

Saluto Covid in vetta al Noasca Diamond  Foto Gpp (1024x768)

 

Voglia di Orco? Noasca Diamond!

Voglia di Orco? Noasca Diamond!

Cos’è Noasca Diamond? Una nuova via che sale per 350 metri di sviluppo e 15 tiri, ad appena 15/20 minuti dal parcheggio di Noasca. Arrivati in cima si scende rapidamente alle macchine dal comodo sentiero di Pian Rocci. Anche se aperta da due pensionati ultrasessantenni, non vi inganni, è una via vera di un certo impegno ed è un campionario della scalata in valle Orco. Roccia stupenda, placche, fessure, muri e un panorama mozzafiato sulla Valle, alta e bassa. Pur non essendo su una delle pareti più famose, crediamo che possa essere una valida e divertente alternativa alle vie più blasonate e diventare una via molto ripetuta.

Al seguente link potete trovare la scheda della via: Noasca DiamondAttenti a quei due

L’ingaggio è volutamente ridotto al minimo, Claudio Battezzati ed io, gli apritori, abbiamo ricevuto tanto da questa Valle e volevamo fare qualcosa che fosse un richiamo per chi non si sente di andare sulle vie più esposte, ma vuole godersi una giornata su questo magico granito. Attenzione però, dove ci sono fessure evidenti non ci sono spit o sono molto radi, occorre saper mettere i friend, dosandoli con cura. Siamo in Valle dell’Orco!
La particolare struttura di questa parete a salti e un sentiero che la attraversa, permette diversi combinazioni a moduli.
Per rendere simpatico il gioco abbiamo diviso la via in tre parti La Bronze, La Silver e La Gold.
Solo se si fanno tutte e tre di seguito vi fregiate del Noasca Diamond!

Se siete placchisti, refrattari ai friend vi lanciate, solo con i rivii, sulle spettacolari placche della Bronze. Un mare di placche dal colore rossiccio, tipo Grimsel, lisciate dall’antico ghiacciaio che qui premeva e faceva la curva lasciando ben pochi appigli.
Potete quindi scendere dal sentiero paghi o avventurarvi sulla Silver, che riserva tutto il campionario del granito, placche, fessure da proteggere, muri. Dalla Silver volendo si scende con tre veloci doppie sul sentiero .
Riassumendo potete fare solo La Bronze, La Bronze e La Silver, o se non amate le placche solo La Silver. Avete mal di testa? Non è finita perché gli ultimi tiri, altrettanto meritevoli sono quelli della Gold, riservati a quelli che vogliono mangiarsi tutta la parete, esplorarne la fine e la vista a volo d’aquila sui tetti di Noasca.

Andrea Giorda con le mani nella fessura del coccodrillo sulla Silver . Foto Gpp (1024x768)Erano anni, che con una birra in mano seduto davanti al Bar di Sabrina sulla piazza di Noasca , guardavo queste strutture e mi immaginavo una linea. Chi ha il tarlo dell’apertura va in automatico e con lo sguardo vaga e vede tracce di continuo. Devo dire che da sotto immaginavo una sequela di placche ammuffite con qualche bel passaggio ogni tanto, e sinceramente non è il mio genere.

Su queste pareti esistevano già brevi vie di Perucca vicino alla cascata, una di Fausto Aimonino su bellissime placche, sistemata potrebbe essere interessante e una via lunga 200 metri, Follie per Moana, aperta dal dream team Manlio Motto, Rinaldo Sartore, Roby Perucca e S. Mantoan nel 1992. Via impegnativa per l’obbligatorio e che necessiterebbe di una decisa spazzolata e nuovi cordoni per le soste. Gli spit, anche se un po’ anneriti sembrano ancora buoni. Il nome ricorda la mitica Moana Pozzi, che sdoganò con la sua intelligenza e ironia il porno, arrivando in TV a presentare programmi per le famiglie. Erano anni meno bacchettoni dove Cicciolina, sua alter ego in nude- look floreale e voce suadente da bambina si fece eleggere alla Camera dei deputati nelle file dei Radicali, grazie a quel volpone di Marco Pannella.
In questi anni di asfissiante politically correct, privacy ossessiva, che ritiene materiale morboso anche una foto di compleanno di vostro figlio con i suoi amici davanti a una torta, si sente un po’ di nostalgia per qualche innocente e sagace trasgressione, viva dunque Follie per Moana .
Queste vie, per vari motivi, non sono mai decollate, subendo la concorrenza della vicina Torre di Aimonin.

Nell’autunno 2019 ho proposto a Claudio una ricognizione su queste pareti sopra al piazzale di Noasca. Con Claudio siamo reduci dalla bellissima avventura al Cateissard in Valle di Susa. Con sfumature diverse su una cosa siamo assolutamente solidali, la ricerca della qualità. Qualità nella linea e nell’ attrezzatura, il tutto deve avere un senso e un’armonia o si rinuncia.
Claudio Battezzati sulla difficile uscita del secondo tiro della Silver. Foto Gpp (1024x768)Claudio ha aperto vie splendide come Miroir Doc al Sergent ed io ho iniziato ad aprire vie in Valle dell’Orco nel 1979, il Diedro Atomico e Sitting Bull, poi Nautilus e proprio qui sopra Aldebaran al monte Castello come raccontato di recente nell’articolo la Baita di Sitting Bull. Quelle erano vie dove ci si giocava il due di picche con un certo rischio, non esistevano neanche i friend, si spingeva al massimo, erano avventure alla ricerca del proprio limite e della prestazione.
Nell’ultimo quarto della propria vita, fare regali è più piacevole che riceverne, quello dei vent’anni era il tempo dell’Avere, del capire chi sei e dove puoi arrivare. Ora è il tempo del Dare e della condivisione, l’obiettivo di Noasca Diamond è realizzare un progetto che permetta a tutti di divertirsi e conoscere questi posti a noi cari.
I tantissimi che hanno scalato i 400 metri della via “A volte ritornano” alla Punta Phuc al Monte Castello, aperta di recente, sono una dimostrazione che questo è possibile. Idealmente Noasca Diamond è la parte bassa e farle entrambe in un super –weekend, con sosta al romantico rifugio di Noaschetta, regala complessivamente 750 metri (!) del più bel granito, perfettamente attrezzato, in un ambiente magico e relativamente a bassa quota. Ideale per chi viene da lontano, raro trovare una combinazione simile e così accessibile sulle nostre alpi, potrebbe essere la combinazione “Noasca Platinum” per continuare il gioco .

Trovare la linea giusta per quest’ultima via non è stato affatto semplice, ma cosa c’è di più bello di scovare il “Diamante” nella sabbia, dove apparentemente non c’è nulla che valga la pena. Non amando le placche, nell’autunno 2019 ho convinto Claudio inizialmente ad esplorare tutta la parte sinistra che è solcata da varie fessure, ma l’arrivo di piogge torrenziali ci hanno scoraggiato, mettendo in evidenza quanto siano soggette al bagnato. Stavamo per rinunciare.
Claudio Battezzati  sulla Gold, penultimo tiro. Foto Gpp (1024x768)Piano piano però, si è fatta largo l’idea di seguire linee più asciutte spostandosi all’estrema destra. Con grande sorpresa scopriamo una via molto più continua di quello che si poteva immaginare da sotto. I tiri sono sempre collegati l’uno all’altro, alcuni splendidi e ciliegina sulla torta, dalla cima si scende rapidamente per un comodo sentiero. Dopo tanto vagare è lei il nostro “Diamante di Noasca”, con Claudio scherziamo, se è meglio la Bronze o la Silver, come dire se è meglio la crema o il cioccolato a ognuno la sua.

Se lo puoi sognare lo puoi fare! Divertitevi! Questo è il nostro augurio e la ricompensa di tanto lavoro.

 

 

Andrea Giorda CAAI – Alpine Club UK

P.S. In queste ore è stato trovato il corpo di Daniele Caneparo disperso questo inverno il nostro pensiero va a lui e alla sua famiglia.

 

Saluto Covid in vetta al Noasca Diamond  Foto Gpp (1024x768)

 

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