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Sabbia tra i denti - Scalate nel deserto dello Utah

Due ragazze, tre ragazzi, un lungo viaggio su un robusto macchinone americano attraverso le Rocky Mountains. Una tempesta di neve, e molte ore dopo due tende buttate sulla sabbia del deserto buio, puntinato da infinite stelle.

team nella incredibile giornata passata a the wall

 

La mattina, la prima epifania, sabbia, arbusti, impronte di zoccoli. Una colazione a base di burro di arachidi e marmellata, PB&J per gli amici. Il deserto è tutto, tutto è deserto, il primo granello di sabbia si è irrimediabilmente insinuato tra i denti.

risveglio sotto la castleton tower giulio costa

Saranno giornate febbrili, dove i ritmi sono dettati dalla natura: sveglia alle prime luci dell’alba, metri conquistati con fatica, incastrandosi tra le pieghe dell’arenaria rossa, poi fuga dalle pareti quando il freddo diventa eccessivo; monta la tenda, scalda la zuppa, mangia, dormi, ripeti.

manuel e leonie thewall giuliocosta
Giorni veloci, il tempo è poco, strappato con fatica agli impegni del lavoro: nessuno di noi vive di scalata, ma è bene così. Le avventure desiderate sono le più preziose, le più potenti, spezzano gli equilibri.

Scaleremo nella zona di Moab, rocce indimenticabili, dove a volte non basta neanche la corda da 80 metri, e su alte pareti iconiche ed imponenti come la Castleton Tower e The Rectory. Cowboys e indiani sembrano poter sbucare dietro ogni angolo.

Leonie scala pings on the wings the wall giulio costa

Il clima desertico ci mette il suo, ma un po’ di esperienza di viaggi in giro per il mondo ce l’abbiamo: riusciamo a spostarci ad Indian Creek appena in tempo per goderci qualche giorno anche li.

Campeggiamo in mezzo al nulla, per la prima fossa biologica ci aspettano 15 minuti di auto verso il Supercrack Buttress, sarà il nostro Super Toilet.

manuel bissaca al campo filippo ghilardini
La sera le stelle ci scaldano ed i desideri si sprecano; quella luna nera, di cui quasi intravediamo i crateri, ci entra dentro.

Fessure, diedri, friend, nut, tante scalate, tanti voli, tanta adrenalina, fatica, gioia, estasi. Pisolini al sole, risate, imparare a conoscersi e volersi bene al di là dell’arrampicata.

giulio costa su the trial filippo ghilardini
La neve ci stupirà ancora, in una notte soffice e delicata come la goccia che scivola sulla tenda, il risveglio è bianco latte, condensato. Sarà l’occasione per visitare i grandi parchi di Arches e Canyonlands, spazi senza termine, possibilità smisurate, infinite nuove vite all’orizzonte.

preparativi serali giulio costa
Ancora e ancora e ancora, una mano sopra l’altra, pollice alto, pollice basso, piede, piede, metto il friend, rifiato. Devo ripartire subito, scalare ancora, il tempo sta finendo, ma lo scricchiolio dei granelli tra i denti è sempre più evidente.


Bastano due tronchi recuperati nel deserto per scaldare una notte intera, quel legno così contorto, così tenace, provato dalle fatiche del deserto, brucia per ore. Due ragazze, tre ragazzi, i loro sogni davanti ad un fuoco, i loro fantasmi, i loro desideri, il profumo del legno affumica le dita, ci riaccompagnerà fino in Italia. Un’avventura, un’esperienza di vita, connessioni che non sbiadiranno, come quel granello di sabbia, che tenacemente rimarrà tra i denti.

Filippo Ghilardini (INA, Scuola Gervasutti)

TradWorldTour 2024 – Utah
Si ringraziano la Sezione di Torino del Club Alpino Italiano e Wild Country per il supporto ricevuto.

filippo alla base di fine jade leonie kutschale

 

Consigli sulla logistica
A cura di Manuel Bissaca, Giulio Costa, Filippo Ghilardini, Leonie Kutschale, Susanna Tubiana.


Timing
Abbiamo avuto dieci giorni a disposizione, voli inclusi. Non è molto, però è sufficiente per un’esperienza completa nella zona e per scalare in luoghi diversi. Di solito il meteo è ottimo nel periodo marzo/ aprile. C’è anche un altro periodo normalmente ottimale per la scalata, ad ottobre. Tuttavia anche qui il cambiamento climatico ha avuto un forte impatto sulla stagione arrampicatoria, in particolare le previsioni meteo sono sempre meno affidabili.

panorama dalla falesia scarface giulio costa

Volo
Per raggiungere la zona di Moab/Indian creek è consigliabile atterrare a Salt Lake City (Utah) o a Denver (Colorado). Da Denver la distanza è leggermente maggiore, ma attualmente i voli costano un po’ meno, ed anche il noleggio delle auto.
Da Denver a Moab sono circa 6 ore di viaggio, ma vanno attraversate le Rocky Mountains in direzione Ovest, con passi oltre i 3000mt, questo può comportare ritardi a causa delle condizioni meteo.

the wall giuliocosta

Muoversi
È indispensabile disporre di un mezzo indipendente. Sono presenti numerose aziende di noleggio auto, noi abbiamo utilizzato foxrentacar.com , e ne siamo stati moderatamente soddisfatti. Come sempre è bene fare molta attenzione a clausole e dettagli.
Negli USA è possibile anche utilizzare l’app TURO, che consente di noleggiare veicoli privati, generalmente ad un costo minore rispetto alle compagnie tradizionali. Attenzione che spesso i proprietari delle auto applicano una policy “no offroad”, incompatibile con un viaggio ad Indian Creek.
È altamente consigliabile noleggiare un mezzo alto, meglio ancora se 4x4. Questo per essere al sicuro in caso di nevicate, e nel caso di avvicinamenti accidentati o se si vogliano percorrere delle strade sterrate durante i giorni di riposo (ie. Potash Road in direzione Canyonlands).
Va da sé che se ci si muove in auto, sarà necessario dormire in tenda. Un’alternativa è noleggiare un camper: alcuni amici l’hanno fatto tramite indiecampers.com. I costi sono più alti ma i comfort maggiori. Va considerato che in questo caso molte sterrate diventeranno per voi off-limits.

team a maverik

Dormire
Noi abbiamo optato per la tenda. È una soluzione flessibile, che permette di piazzarsi più o meno a piacere. Esistono dei campground “autorizzati”, dove spesso è presente un bagno con fossa biologica e va pagata una piccola somma a notte (tipo Potash road a Moab o Fuck the Superbowl ad Indian Creek). In alternativa il campeggio è tollerato in aree remote e senza dar fastidio al prossimo, a meno di indicazioni contrarie specifiche.
È molto importante perseguire il concetto di “leave no trace”, sia per i rifiuti che per gli escrementi, che devono essere quantomeno sotterrati. Indispensabile quindi una piccola paletta atta allo scopo.
Consigliata una buona tenda e soprattutto un ottimo sacco a pelo ed un buon materassino, le notti nel deserto possono essere molto fredde.

giuio costa filippo ghilardini

Oltre alla scalata
Vale la pena visitare anche i vicini parchi nazionali (Arches National Park, Canyonlands). Se si ha più tempo a disposizione, anche luoghi come Zion National Park, Grand Canyon e le Rocky Mountains sono di fascino infinito.
A Moab sono disponibili diversi campeggi, negozi e ristoranti. Per la doccia è spesso possibile trovare un campeggio (a Moab oppure a Monticello) e tornare nuovi con soli 5 dollari.
In generale servono un po’ di contanti, anche per pagare i campeggi più selvaggi nei parchi.

chipmunk a canyonlands filippo ghilardini

Materiale
È bene disporre almeno di due serie di friend a testa, per ciascun membro della cordata. I friend grandi possono servire anche su tiri non prettamente offwidth. Una caratteristica delle fessure del posto è che sono molto regolari, e lunghe, quindi a volte possono servire un grosso numero di friend della stessa misura per un singolo tiro, anche 6 o 8! Bene quindi organizzarsi in un paio di cordate. Utili anche i nut, l’arenaria è molto delicata e a volte una protezione passiva può essere meno aggressiva in piazzamenti marginali.
Utile corda singola da 80 metri e spesso anche una mezza corda da 60mt di backup per scendere da tiri molto lunghi o per le vie di più tiri (meglio una corda da 80mt e due mezze da 60mt, spazio nel bagaglio permettendo).
A volte è bene considerare la calata in corda doppia anche dai monotiri, la moulinette incide irreversibilmente l’arenaria.
Le scarpette devono essere adatte alla scalata in fessura, ed in particolare non essere troppo strette. Le dita, in punta, non devono arcuarsi troppo. Non di rado servirà essere precisi, ma allo stesso tempo è indispensabile che la punta sia fine, per entrare anche nelle fessure di dita. Meglio se le caviglie sono protette. Vanno bene ad esempio La Sportiva TC Pro e Five Ten Moccasym o anche le Niad (ex Anasazi rosa).
Indispensabili sono i rinvii “alpinistici”, ovvero allungabili con fettuccia.

friend al tramonto giulio costa

Vie e pareti consigliate
Indicativamente le vie lunghe più iconiche si trovano nella zona di Moab, mentre Indian Creek presenta una sterminata offerta di monotiri.

leonie kutschale su scarface filippo ghilardini

Moab

Castleton Tower
È sicuramente una delle pareti più iconiche, da non perdere.
North face with Webster variation - 5.11a
Tre tiri di cui il primo molto impegnativo e lungo. Due serie di friend fino al #3 con in aggiunta pezzi extra #3 (almeno altri 2-3), nut, corda da 80 mt.
Kor-Ingalls Route – 5.9+
Via sulla parete sud, quindi più al caldo rispetto alla precedente. Doppia serie fino al #4, più #5 e #6, due corde.

Leonie su castleton tower north face filippo ghilardini

The Rectory
Esattamente di fronte alla Castleton, è una delle pareti più impressionanti di Moab, roccia eccezionale e vie di grande qualità.
Fine Jade – 5.11, bellissima, da non perdere. 2-3 serie di friend fino al #3, corda da 70mt o meglio ancora 80mt.

manuel su fine jade

Long Canyon – Reptilian Wall, Left and Right
Bella falesia isolate e tranquilla, poco frequentata. Silenzio indimenticabile!
Seventh Serpent – 5.11, Memorabile.
Metasoma – 5.10, Lungo e vario.
Half Snake, Half Chicken – 5.10 +, Divertente, interpretabile come camino.
Manu’s Right – 5.9, Scaldo breve e piacevole.
Gecko – 5.10, Bel diedro corto con doppia fessura (dita a destra, offwidth a sinistra).

manuel su the trial

Long Canyon – Maverick wall
Sempre nel Long Canyon, è una delle falesie più comode dell’area, sono presenti molti tiri di eccezionale qualità, soprattutto sui gradi 5.10-5.12
Tequila Sunrise – 5.10+, Ottimo scaldo, comunque esigente, partenza più stretta, poi mano e mano larga (stupendo).
Round Up - 5.11, corto e intenso, qualche incastro di dita e mano stretta per il resto tacche e pinze.
Boot Hill – 5.12, Molto vario. Prima parte in uno strano camino con movimento chicken wing ad entrare, poi un ribaltamento atletico ed infine resistenza su ringlocks e mano stretta. Stancante ma eccezionale.
Texas Two Step - 5.10
High Noon - 5.11

susanna tubiana su tequila sunrise leonie kutschale

Indian Creek

SuperCrack Buttress
Incredible Hand Crack – 5.10, Il nome dice tutto, fantastica (molti #2 BD).
The Wave – 5.10+, Dura per il grado, difficile bombè con incastri di mano stretta, lunga e faticosa.
Pringles – 5.11+, Per gli amati di (punte) dita sottili e dulfer, varying beta (scivolosa se in pieno sole).
Donnelly Canyon
Chocolate Corner – 5.9+, Bella scalata piacevole, ottimo scaldo.
Elephant Man - 5.10, Piacevole scalata subito a destra di chocolate corner.

Leonie su incredibla hand crack foto tritoni
The Wall
Incredibile falesia dove non ci sono tiri medi, solo 5 stelle! 30 minuti di avvicinamento in un luogo isolato e bellissimo.
The Trial – 5.10, Buono scaldo, finale in crescendo, tecnico.
Run like hell – 5.10, Meno facile di quanto sembra, intensa a metà.
Wish you were here – 5.11, Tiro lungo su una fine fessura obliqua, incastri di dita e scalata tecnica su tacche (qualche nut e micro), finale in diedro offwidth (portarsi fino al 5 BD).
Confortably Numb - 5.10, IL DIEDRO.
Pigs on the wing – 5.11, Bellissima con sezione intensa di dita e mano stretta.

manuel confortably numb

Scarface
Falesia popolare ma estremamente ampia, diverse esposizioni, comodo accesso.
Italian combo – 5.9+, Bel diedro facile di scaldo, mano all’inizio poi divertente e più tecnico in uscita.
Where’s Carruthers – 5.10, Scaldo non banale.
Scarface – 5.11, Molto molto estetica, impegnativi i primi metri di dita e mano stretta.
Ravin’s Daves – 5.10+, Molto varia e interessante, qualche passo obbligatorio.
The Fat Farm - 5.10, Bella offwidth non troppo impegnativa, buona per impratichirsi col genere.
Wavy Gravy - 5.10-, Bella fessura di mano, prede sole la mattina, perfetto warmup.

filippo ghilardini su run like hell leonie kutschale

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